venerdì 20 maggio 2016

LAUDATO Sì Mì SIGNORE PER ALCUNE TUE CREATURE





 
Domenica 14 maggio: Piazza San Pietro è gremita come sempre per  l’Udienza Giubilare.  La pioggia battente non ha certo trattenuto la folla dei fedeli, che hanno  lo sguardo rivolto in alto, verso papa Francesco, pendono dalle sue labbra, perché lui è il papa, ma soprattutto è Francesco, “papa buono”, che parla al cuore, al buon cuore, ai sentimenti. Nel farlo, non ha neppure bisogno di appellarsi al mito dell’infallibilità, perché possiede quello ben più popolare della credibilità, conquistata sul campo, tanto dirompente che neppure ci si fa caso quando, con il suo lessico schietto, un po’ domestico, mimando il  gesto, si chiede per esempio, nel caso in cui qualcuno offendesse sua madre, cosa mai potrebbe fare se non tirargli un pugno, e getta così all’aria in pochi secondi millenni di inviti a porgere l’altra guancia nonché, più modestamente, decenni di teoria sulla sublimazione dell’aggressività. Troppo grande l’amore da cui tutti lo riconoscono animato per rinfacciargli, anche se solo sottovoce, qualche uscita un filo discutibile; troppo grande la sua tensione verso Dio, che deve essere celebrato e laudato per tutte le sue creature. Tutte le sue creature? Beh, non proprio tutte: occorre qualche distinguo. Perché, dice, la pietà non va confusa con quel pietismo, piuttosto diffuso, che è solo un’emozione superficiale e offende la dignità dell’altro, né con  la compassione che proviamo per gli animali che vivono con noi. Accade che a volte si provi questo sentimento verso gli animali, e si rimanga indifferenti davanti alle sofferenze dei fratelli“.
Un invito quindi a una distinzione tra una sorta di Pietà con la P maiuscola, che è atteggiamento nobile, e invece una sua sottospecie, tanto gretta da offendere addirittura la dignità altrui, che va a identificarsi con la compassione verso gli animali, non virtù, ma difetto evidentemente da annoverare tra i vizi di questo nostro mondo allo sbando, perché poi questa gente attaccata a cani e gatti magari lascia sola la vicina. No, supplica papa Francesco, per favore No! E sancisce anche un patto non scritto con l’uditorio a non cadere in questa fuorviante deprecabile consuetudine: “D’accordo?!”